#ma lo riprendo
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themhac · 1 year ago
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no per me il fatto che quei due in the bear non stiano insieme è un crimine a tutti gli effetti
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pensieri-inlacrime · 5 months ago
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Scusa la maleducazione, non ho chiesto a te come passi la giornata o com’è una tua giornata tipo ahah. Te la chiedo ora:
Come passi la giornata? Com’è una tua giornata tipo?
Ma no tranquilla non eri obbligata 🤣
Io mi sveglio molto presto, di solito 7.00/7.15
Difficilmente faccio colazione e se la faccio di solito è con un toast o mezza piadina. Se non ho impegni rimango un po' a letto e vedo un film o gioco al telefono.
Poi quando anche mio marito si sveglia, inizio a pulire la casa oppure esco con qualche amica.
Cucino il pranzo, e poi il pomeriggio studio, leggo, gioco ai videogiochi, guardo qualche film. Ma tra poco riprendo a lavorare e quindi le attività del pomeriggio le spargo anche durante la mattina.
Cena, di solito cuciniamo insieme oppure spesso lo fa mio marito. Poi semmai filmetto insieme oppure quattro chiacchere prima di dormire.
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singinthegardns · 3 months ago
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"Ti senti ancora in bilico tra la sua mancanza e il voltare pagina?" "Non più. L'ho lasciato andare, perché erano più le volte in cui mi sono sentita spezzata, affranta, delusa, distrutta, rispetto a quelle in cui mi ha fatto sentire davvero bene in questa relazione. L'ho amato tanto, forse troppo, e non rimpiango nulla. Non mi riprendo l'amore, ho ancora molto da offrire, ma ho capito che rileggere lo stesso libro all'infinito non farà cambiare il finale e nemmeno come mi ha fatto sentire."
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orotrasparente · 2 years ago
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a me pure scrivere sta cosa dà fastidio perché fondamentalmente non mi piace fare la vittima e mi crea anche abbastanza disagio ma se non lo scrivo qui non saprei a chi dirlo, in sostanza mi dà un sacco al cazzo che io sto sempre lì boh ad ascoltare o a cercare di motivare le altre persone che magari stanno prese a male per qualsiasi motivo perché purtroppo caratterialmente sono uno che non sa stare zitto e quindi sto lì come un cazzo di grillo parlante a motivare gli altri quando magari io vado davvero avanti per inerzia, ceh io non so nemmeno come faccio a essere ancora più o meno integro mentalmente, è da quando sono nato che praticamente ne ho passate di ogni e sto sempre qui con una battuta pronta perché in fondo io non so fare letteralmente un cazzo se non scherzare, ceh credetemi (se qualcuno legge fino a qui) io una cosa so fare: scherzare punto, non ho altre doti, niente di niente e quindi fondamentalmente la gente pensa beato lui non ha cazzi per la testa sta sempre lì a ridere, a scherzare e pure quando si vede che non sto in forma che non riesco proprio a nasconderlo sto lì a sminuire, magari mi sfogo 2 minuti e poi riprendo a sparare stronzate, vi giuro mi detesto perché dovrei essere uno di quelli che si piagne addosso continuamente per tutto e invece faccio parte della categoria dei coglioni che quando proprio non ce la fanno più si isolano perché piuttosto che piagne addosso agli altri mi sparo
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precisazioni · 7 months ago
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riprendo un argomento di cui ho fatto cenno in un precedente post: tra le mie passioni c'è quella di digitalizzare vinili rari, di cui si trovano poche copie su internet e di cui non esistono ristampe digitali o copie digitalizzate da privati. lo faccio per diverse ragioni; tra queste, quella di salvaguardare qualcosa che rischia di andare perduto, essendo dischi di magari trenta o più anni fa, mai ristampati, soggetti a deterioramento e senza alcun modo di contattare gli artisti qualora siano ancora vivi. mi piacerebbe rendere questo interesse qualcosa di simile a un lavoro o anche senza scopo di lucro se necessario, aprendo un archivio in un modo simile in cui esistono archivi filmici per il cinema di famiglia, ma con il focus per i vinili rari e il più delle volte dimenticati. un'idea potrebbe essere aprire una aps (associazione di promozione culturale) e far sì che le persone possano contattarmi due servizi: il primo, lavaggio e digitalizzazione del vinile, il secondo, un archivio digitale dove poter consultare musica difficilmente reperibile. per quest'anno sono già saturo di cose che voglio fare: suonare altre volte nei club, realizzare la rivista / zine, organizzare la rassegna di eventi musicali all'associazione culturale e altre cose; potrei rendere questo dell'archivio uno degli obiettivi del prossimo anno
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ilsalvagocce · 1 year ago
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Stamattina ho incontrato per caso il mio prof di filosofia del liceo. 
Si ricordava - Ballarini, Francesca!, dall'altra parte del piazzale mi evoca, con le sue bustine di dolcetti in mano - della nostra classe "estrosa" (dixit), la tesina su Chagall, su Raffaella Carrà, su 2001 Odissea nello spazio, col videoregistratore che entrava nell'aula dell'esame. Ridevo, che avessimo piazzato una bandiera eccentrica senza volerlo, il primo anno delle tesine ispirate per la maturità. 
Soffrivamo i suoi compiti in classe, eppure lui, adorabile, ce li riproponeva a crocette da 100 domande, così imparavamo, sì, ma a memoria. Erano inferno, non uscivamo di casa per studiare, solo filosofia tralasciando il resto, materia feroce da assemblea di classe, ridotto a esercizio matematico e nient'afflato, come potevi spiegarglielo?, lui convinto, continuava a credere nelle mille crocette. 
Che strana commistione tutt'ora, quest'uomo scapecciato, tenero, interessato e preparato sui suoi ex alunni, ci enumera senza passi falsi, vorrei abbracciarlo e assieme spiattellare che Lo sa? non ricordo un fico di Kant. 
Mi chiede cosa faccio anzi lo sa bene, ci cerca in internet, le vedo le cose che fai, e ora e ora su cosa lavori? mi mostra i pacchetti, meringhe e spaccasassi per i parenti di Milano, passa di palo in frasca, il pensiero corre come un tomo di filosofi vocianti, mi parla dei prèsidi passati, del liceo ora, degli extra corsi a scuola — tu facevi teatro vero? Ah, le crocette sisi, le faccio ancora, vi preparano per il futuro.
E poi mi ricordo di tua mamma, dice —  guarda un po' lontano, ma ci fa sempre, son io che guardo lontano, mentre lui guarda lontano, 
La ricordo bene, si faceva sentire, era una presenza vivida, fa cenno da solo di sì con la testa, approva, critica, autocritica chi lo sa 
(di sicuro ricorda le noie, penso io, il dibattito, il fuoco appassionato di mamma, quanto poteva aver portato la nostra ragione in classe)
La ricordo bene
(così la capacità di dire, di cercare il giusto, difficile spiegarne la teoria, tutta pratica, un po' di maieutica, più rivoluzionaria) 
Guarda lontano — è lì la sua pratica, il ricordo di lei nel mondo, qualsiasi
Scuote i capelli — e in me intanto risale il fuoco del se sa, se non lo sa, 
Beh quando ti capita me la saluti?
mamma rappresentante dei genitori, dalle elementari al liceo, croce e delizia, ispirazione e desperazione, figurati per quegli anni di crocette
Mamma non c'è più, dall'anno scorso, sorrido mentre lo dico perché provo a non farmi rompere la voce 
che invece si spacca come un fico maturo, 
sbrodola, ma mi riprendo, ci metto una fetta di pane:
Ma sono felice che se la ricordi così!
Certo, lui guarda in basso, guarda su, preme le labbra per me, sorride
fulgida filosofia senza crocette.
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klimt7 · 1 year ago
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È bene che le persone aprano gli occhi sulla direzione che ha preso questo Governo di Destra.
Riprendo due articoli comparsi sulle pagine di Repubblica negli ultimi cinque giorni.
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Più disturbi alimentari e meno fondi dal governo: “Lasciano sole le Regioni”
LA TESTIMONIANZA
“Io, madre di un’anoressica, vi dico che questo governo se ne frega dei più deboli”
di Caterina Giusberti
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Niente più fondi per i disturbi alimentari che riguardano 4 milioni di italiani: “E’ la seconda causa di morte tra i ragazzi, senza sostegno sono perduti”
«Queste non sono devianze, sono malattie psichiatriche gravi. Queste ragazze e questi ragazzi non hanno più voglia di vivere, si trasformano. Senza la rete sui disturbi alimentari dell’Emilia-Romagna la mia famiglia sarebbe stata persa. Ma a questo governo dei fragili, dei deboli, non importa nulla: si vede dalle scelte che fanno». Claudia è mamma di una ragazza di 17 anni che si ammalata di anoressia a luglio 2020, in piena pandemia. All’improvviso al mare non voleva più mangiare il gelato, a cena litigava con la forchetta, sminuzzava tutto, ha iniziato a pesare sempre meno.
La situazione è precipita in pochi mesi, a ottobre 2020 ha vissuto il primo di una serie di ricoveri salva-vita. «E ne stiamo uscendo, faticosamente, adesso», dice Claudia.
Per un periodo sua figlia è stata seguita anche dal centro Gruber. «Ma i posti in residenza erano pieni - racconta - quindi ci avevano prese in day hospital: io la portavo tutti i giorni alla mattina e la andavo a prendere la sera. Dopo un po’ però ci dissero che non era il posto per lei, perché era troppo grave, stava perdendo troppo peso. Così alla fine abbiamo trovato posto a Parma, in una struttura residenziale che si chiama Il Volo». Sua figlia c’è rimasta nove mesi. «Quando è arrivata lì non mangiava niente, pesava 37 chili. Poi lentamente, piano piano, hanno iniziato a farle riprendere un pochettino di peso. Col tempo ha iniziato a potere uscire un po’ e alla fine è tornata a casa». Ma ancora adesso è seguita da uno psicologo, un dietista e un neuropsichiatra. In casa, a ogni pasto, misuriamo quello che mangia con la bilancia o con un mestolo. La rassicura sapere che lo facciamo», spiega Claudia
Sapere del taglio del fondo nazionale sui disturbi alimentari l’ha molto allarmata. «Penso a mia figlia che ha ancora bisogno di essere seguita - prosegue - Ma penso anche chi ha un ragazzo o una ragazza che precipita in questo problema oggi. Senza una rete di sostegno sei perso. Il rischio al quale esponi i tuoi figli è elevatissimo. È la seconda causa di morte per i ragazzi in Italia, dopo gli incidenti stradali. Servono risorse strutturali, stabili, sicure».
Disturbi alimentari, rete di cura più fragile
di Jessica Muller Castagliuolo
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Le strutture dedicate alla cura dei disturbi alimentari e della nutrizione in Italia sono 126, frammentate a livello regionale. Senza il finanziamento molte rischiano la chiusura
Negoziare una tregua. Fermarsi prima che sia troppo tardi.
È complesso quando teatro di battaglia politiche è il proprio corpo che, chilo dopo chilo, finisce per identificarsi con la malattia che lo divora. Un percorso feroce, che svuota o sedimenta troppo. A camminare su questo filo sospeso sono sempre più ragazze e ragazzi che dai disturbi alimentari stanno cercando di uscire. Un grido collettivo che proviene da corpi silenziosi, la cui traccia evapora davanti a uno specchio.
Nel riflesso, l’immagine di un’epidemia: i disturbi alimentari sono la seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali.
Oltre 3 milioni le persone prese attualmente in carico in Italia.
“Oggi il disturbo prevalente è la bulimia nervosa. I disturbi mutano rapidamente perché sono collegati a contesti culturali e sociali del nostro tempo. Sono sofferenze profonde, c’è un desiderio di morte dentro”. Laura Dalla Ragione, direttrice della Rete disturbi alimentari Usl 1 dell’Umbria, ci racconta che negli ultimi anni la situazione è cambiata, non solo per l’aumento dei casi, che dai 680.456 del 2019 sono cresciuti di un milione nel 2023, per arrivare a 1.680.456, “a cambiare è la psicopatologia: in questo momento i quadri dei disturbi alimentari puri sono il 40%, il 60% sono invece quadri di comorbilità con altre patologie. Ad esempio, l’autolesionismo, un fenomeno che è aumentato moltissimo”.
Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Susan Sontag scriveva che “è quasi impossibile prendere residenza nel regno dei malati senza lasciarsi influenzare dalle sinistre metafore architettate per descriverne il paesaggio”. Vale anche per le malattie del nostro tempo: anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata, sono sempre più presenti nell’immaginario collettivo, ma i connotati clinici faticano ancora a trovare residenza stabile e un “paesaggio" concreto.
Il Fondo cancellato
Tuttavia, l’emendamento votato dal Senato il 21 dicembre 2021 sanciva un passo in avanti con l’istituzione di un Fondo presso il Ministero della Salute di 25 milioni di euro (15 milioni di euro per il 2022 e 10 milioni per il 2023) dedicato all���apertura di centri specializzati e alla creazione di una rete di sostegno per pazienti e famiglie. Ma la Legge di Bilancio 2024 taglia il finanziamento e i centri di assistenza, già pochi e frammentati a livello regionale, rischiano la chiusura il 31 ottobre prossimo.
Le strutture sul territorio nazionale, secondo l’ultimo censimento al 2023, sono 126 di cui 112 pubbliche 14 appartenenti al settore del privato accreditato. 63 i centri al Nord (20 in Emilia-Romagna e 15 in Lombardia), 23 al Centro (di cui 8 nel Lazio e 6 in Umbria), 40 quelli distribuiti tra il Sud e le Isole (12 in Campania e 7 in Sicilia). “Ci sono regioni che hanno attivato degli ambulatori con questi fondi perché non avevano nulla: il Molise, l’Abruzzo, le Marche, la Campania, la Puglia. È stato assunto personale a termine che non potrà essere rinnovato”, commenta Dalla Ragione.
Ma cosa implica per una persona affetta da un disturbo alimentare interrompere le cure?
“L’interruzione delle cure è un elemento di aggravamento del quadro e significa lasciare i pazienti in balia di sé stessi. Quando si inizia un trattamento si instaura un rapporto di fiducia.
Non puoi dire a un paziente, dopo averlo a fatica convinto che questo sia il percorso giusto, che l’ambulatorio ora chiude.
Ci sono pazienti delicati che possono anche rapidamente avere un’evoluzione negativa”
Stefano Tavilla, co-fondatore della Fondazione Fiocchetto Lilla, spiega: “Le liste d’attesa si allungheranno e purtroppo si inizierà a pensare a una risoluzione della cura verso il basso. In quel contempo, la malattia va avanti. A quel punto la condizione di salute del paziente si aggrava e quando si è finalmente presi in carico la malattia non sarà più certificata da un percorso di guarigione, ma di raggiungimento di minimi obiettivi, che possono essere un particolare peso o la scomparsa di sintomi. Questo vuol dire che andiamo a creare una generazione di malati a lungo termine”.
I livelli essenziali di assistenza [L.E.A.]
È intanto in corso la revisione dei Lea (livelli essenziali di assistenza), ferma al 2017, e sono state fatte proposte dalle società scientifiche e dalle associazioni dei familiari, per inserire finanziamenti vincolati e permanenti per i Disturbi dell’alimentazione e della nutrizione e di allargare le prestazioni gratuite necessarie al monitoraggio della patologia, vista la complessità e la durata delle patologie.
“La nostra istanza è nata già con una manifestazione di piazza ad ottobre 2021, in pieno Covid – continua Tavilla - Attualmente su 21 regioni solo 9 hanno una rete completa.
Si finisce per peregrinare in Italia alla ricerca di un sistema di cura e si creano lunghe liste d’attesa.
L’inserimento nei L.e.a. permetterebbe a tutte le regioni di avere le risorse dedicate per creare una rete minima di cura che va dall’intercettazione del paziente in ambulatorio, alla comunità residenziale o all’ospedale”. Laura Dalla Ragione aggiunge: “Ci devono essere dei fondi vincolati per i disturbi alimentari, esattamente come per l’autismo.
Sono patologie dove il tasso di mortalità e molto alto e dove, essendoci una componente psichica e medica, la mortalità non è solo legata al suicidio (come avviene per le salute mentale), ma anche a conseguenze organiche”.
Dai disturbi alimentari si può però guarire. Ma, come conclude Laura Dalla Ragione: “Non c’è in letteratura un caso di remissione spontanea da queste patologie: non si guarisce senza cure.
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yourdirtiestdreams · 1 year ago
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Eravamo in una di quelle case vacanze che si affittano temporaneamente per trascorrere qualche giorno con gli amici e il sole mattutino di metà luglio illuminava tutti gli ambienti rendendoli quasi eterei.
Gli altri erano già a sguazzare nella piscina della casa mentre io stavo sul letto ad ascoltare un po' di musica e a leggere. “Hai altra roba da lavare?” mi chiedi da qualche porta di distanza, oggi il turno del bucato spetta a noi. Indossavo un paio di calze sopra il ginocchio bianche con due righe nere, dell’intimo bianco e una mini canotta nera. Ero abbastanza sicura di aver già portato in lavanderia tutto ciò che volevo lavare ma per una maggiore sicurezza decisi comunque di raggiungerti. “Cosa lavi? Scuri o chiari?” chiesi sporgendomi dalla porta. “Scuri”. Entrai del tutto nella stanza, la porta finestra aperta lasciava entrare un po' di arietta fresca facendo muovere la tenda avanti e indietro. “Scuri? Beh, a pensarci bene questa notte ho sudato parecchio, sarebbe meglio rinfrescassi anche questa maglia” dissi togliendomi la canotta. Non portavo il reggiseno, lo trovavo scomodo in casa, soprattutto viste le temperature estive. Con un lancio perfetto lanciai il capo in questione dentro la lavatrice dicendo “Grazie” e uscii dalla stanza dirigendomi verso quella che, per due settimane, è stata effettivamente la nostra camera da letto. Camminai lungo il corridoio incurante dei finestroni che si affacciavano sul giardino, erano tutti presi da altro. Una volta raggiunta la camera rimasi ad aspettarti vicino alla porta.
Aspettai poco.
Appena entrato feci scorrere la porta alle tue spalle chiudendola, finendo del tutto di fronte a te.
“Hey Gnocco” sussurro con le braccia sulle tue spalle, mani tra i tuoi capelli, le mie labbra sul tuo collo. “Ciao Fregna” mi rispondi con le tue braccia attorno alla mia vita e le mani che mi stringono il culo. Ti spingo lentamente verso il letto, continuando a tenere le mie mani e le mie labbra su di te, vestito solo dai pantaloncini da basket. Ti sdrai e mi porti con te, le mie cosce a lato delle tue ginocchia. Mi avvicino delicatamente, il mio petto contro il tuo, pelle a pelle, e riprendo da dove ho lasciato. Baci, leggeri morsi e percorsi con la lingua su quel tuo tatuaggio che tanto mi piace, per poi passare dall'altro lato. Le tue mani vagano su tutto il mio corpo e ti sento spingere contro il mio stomaco. “Vieni qui, sali su” mi dici con voce rauca prendendomi da dietro le cosce e posizionando la tua erezione contro le mie mutandine sempre più umide. Iniziamo a strusciarci l'una sull'altro mentre ricambi le mie attenzioni con succhiotti e baci decisi. Le tue mani sui miei fianchi mi guidano al ritmo che preferisci mentre una delle mie è finita sotto i tuoi pantaloncini a toccarti e a tenerti saldo contro di me. Continuiamo così per un tempo indefinito, finché la situazione non diventa insostenibile. Il mio petto si stacca dal tuo e mi siedo poco sotto la mano che continua a muoversi su e giù attorno a te. Non perdi tempo a copiarmi e a sederti portando la tua bocca sul mio seno, giocandoci.
Poco tempo e il tuo tocco diventa frenetico, il tuo respiro si spezza a causa degli ansimi sempre più forti e inizi a scoparmi la mano senza un senso preciso, con i tuoi fianchi che si alzano da sotto di me, finché non vieni sulle mie dita. Tolgo la mano tra di noi e la pulisco minuziosamente con la lingua, mentre tu mi guardi sorridente e soddisfatto. Guardo in basso, i tuoi pantaloncini neri sono leggermente sporchi. Ridiamo.
“Fortuna che non hai ancora avviato la lavatrice.”
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harshugs · 5 months ago
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ora vi racconto la mia disavventura (spoiler: finita bene) di ieri: erano le tre di notte e dopo essere uscita con la mia migliore amica a fare un giro e a giocare a carte in piazza come delle vecchiette decisi di chiamare il taxi per tornare a casa. Generalmente per pagare un po' meno (e in realtà anche un po' per la mia sicurezza) non mi faccio mai lasciare davanti al portone di casa ma all'inizio della via dove abito e per arrivare a casa devo fare una salita e delle scale che con calma si fanno in 5 minuti. Bene, prendo il taxi, arriviamo a destinazione e gli chiedo tranquillamente se potessi pagare con carta, allora il tipo tira fuori il cazzo - no scusate, il pos (mi faceva ridere) - e pago: tentativo rifiutato. Ci riproviamo: tentativo rifiutato. Parte il panico mentale da parte mia, ero sicura di avere soldi nella carta perché sto mese non ho fatto praticamente nessun acquisto costoso, allora inizio a pensare a cosa potessi fare, non avevo nemmeno un'euro in contanti, ma solo poche monetine di bronzo. Il tassista decide di provare a cambiare pos, ne tira fuori un altro e ci riprovo: ennesimo tentativo rifiutato. A quel punto mi rendo conto che non sapevo proprio cosa fare, allora a lui viene in mente di dirmi "scusa ma a casa non hai contanti? sali a prenderli che io ti aspetto qui" e io pensai che fosse un'idea geniale, finché dopo il mio "sì" mi rispose con "allora lasciami il telefono". Inutile dire che io stessi pensando al NUMERO di telefono, e non al telefono fisico...ma lui tende la mano verso di me facendomi capire che del numero non gli fregava proprio niente, voleva il dispositivo. Io ovviamente, scema quale sono, glielo do ed esco dalla macchina e inizio a correre verso casa (vi ricordo che camminando ci vogliono 5 minuti di salita + scale, quindi casa mia non era proprio dietro l'angolo). Mentre corro inizio a insultarmi in tutte le lingue esistenti, e penso "quanto cazzo sono scema, proprio il telefono dovevo lasciargli? avrei dovuto lascarigli non so... - e qui avviene l'epifania della mia vita - la patente! Sai quanti soldi si fa quello lì con il mio telefono?". Ci avrei scommesso una mano che quello sarebbe scappato con il mio iPhone praticamente nuovo e funzionante...per 15€ io ci avrei rimesso un intero telefono.
Vabbè, arrivo al portone, prendo l'ascensore (i secondi più lunghi della mia vita) ed entro in casa, in tutto ciò mia madre mi sente dalla camera e mi chiama, ma io la ignoro completamente, prendo i soldi ed esco di nuovo. Corro giù per le scale e per la discesa che prima era una salita, intanto inizio a pensare a come bloccare il telefono tramite il Mac in modo da fare tutto molto velocemente, arrivo nel posto dove ero stata lasciata e contro ogni mia aspettativa il taxi era ancora lì!! (questo è il mio livello di fiducia verso la specie umana).
e niente la storia finisce con me che gli dico di tenersi il resto e mi scuso un miliardo di volte mentre riprendo il mio bambino (telefono) tra le mie mani, tra l'altro trovando pure una chiamata persa di mia madre tutta preoccupata per la mia premura hahaha
ah, e se ve lo steste chiedendo poi ho controllato sull'app della banca e i soldi ci sono tutti...quindi boh tutto sto casino per poi scoprire di non essere io il problema :(
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Io credo fermamente nell’amore ed è questo che a volte anzi molte volte mi frega, perché sono un’eterna romantica e si sa gli eterni romantici sono così increduli che l’amore vero esiste e probabilmente esiste davvero in certi versi, no? Ho provato tante volte a scrivere perché è l’unica cosa che mi riesce bene, perché a parole non so spiegare cioè che ho dentro. E dentro ho tante cose che non riuscirò mai a dire, probabilmente un giorno magari molto lontano riuscirò a scrivere davvero ciò che mi tormenta. Ma non sono qui per questo adesso, so che magari potrebbe annoiarti il mio essere così “logorroica” lo capisco, lo comprendo annoia anche a me moltissime volte. Ma vedi, l’amore che sento per te penso non sia paragonabile a quello che provato prima di te, questo amore per te mi fa male e mi fa bene allo stesso tempo, ma io come te capisci che non possiamo più stare male. Ci sono troppe cose in mezzo, la tua ex soprattutto che in un modo o nell’altro si intromette nella tua vita cosa che tu in primis non dovevi renderlo possibile, ho perdonato quello che hai fatto ho accetto le tue scuse, ma io francamente non me ne faccio nulla. So, che odi quando riprendo il discorso però a volte anzi molte volte mi fermo a pensare e mi dico “ma io davvero mi merito tutto ciò?” E mi rispondo con un “no, non lo merito però per qualche ragione ci finisco sempre in queste situazioni che mi fanno stare davvero male” il mio cuore è stanco, stanco di litigare, di discutere, di piangere e di amare. Ti amo, ti amo davvero e non ti amo perché tu mi debba completare no, ti amo perché in un certo senso completi i miei gesti quando non siamo ognuno per cazzi nostri. Quello che è successo ieri, mi ha fatto molto male.. ho subito pensato che non te ne fregasse niente di me, ed ho pensato tanto ed ho pianto tanto perché non voglio questo per me stessa io voglio solo essere felice. Perché me lo merito e perché te lo meriti anche tu dopo tutte le sofferenze che abbiamo avuto, domani noi possiamo anche vederci possiamo anche parlarne ma la mia decisone rimane quella. So, so quello che ho detto ma magari questo tempo lontane potrebbe farci capire davvero quello che vogliamo, non voglio essere una seconda scelta per te perché mi ci sono sentita un po’ di volte e non te l’ho mai detto, ma sono stanca di fingere che vada tutto bene anche quando non è così. Ti chiedo di rispettare la mia decisione, ti chiedo di rimanere in buoni rapporti e so che ho detto che non ha senso ma non ha senso nemmeno fare finta di niente giusto? Come se questi tre mesi non fossero mai esistiti, io so quanto ti amo e quanto tu ami me proprio per questo ti chiedo del tempo ti chiedo di stare un po’ lontane e capire quello che si vuole davvero. Io per adesso voglio tempo, perché sono delusa e arrabbiata, per quanto posso volerti e posso amarti non riesco a stare così adesso. Amare per due persone come noi è difficile e complicato dopo tutto quello che abbiamo passato, e tu lo sai e il lo so cosa significa amare più di se stessi. Ma voglio che tu capisca, l’importanza che ha ogni azione che fai con quella persona, ogni parola, ogni gesto compiuto, voglio che tu capisca tutto. Perché so, che tu sei intelligente ma a volte non ci capiamo per niente e invece di andarci incontro ci scontriamo facendoci solo del male ed io non voglio questo per noi. Mille parole non bastano, non bastano nemmeno mille lettere per dirti ciò che sento ma spero che tu capirai queste mie parole. E alla fine mi ritrovo sempre così, la mia testa che mi dice di andarmene e il mio cuore che mi dice di riprovare ancora. Ma posso farlo per sempre? Dimmi, se il mio povero cuore può ancora sopportare tutto ciò. Quanto costa essere felici in questo mondo che per noi non sarà mai facile trovare un po’ di pace, quanto costa amare quando l’amore ti fa così male, quanto costa fingere di stare bene quando dentro sei tormentata. Ecco, la parola giusta è “tormentata” più specificamente “un’anima tormentata” come la canzone di blanco, dove mi ci ritrovo tantissimo anzi dove ritrovo me e te. Tormentate, ecco come siamo noi due
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checolorehaunanimabruciata · 6 months ago
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la titolare oggi, dopo due settimane che lavoro lì, ha deciso che devo imparare a fare i gelati e ok ci sta, è sia bar che gelateria, ha senso.
quando mi ha chiamato per la prova e abbiamo parlato le ho detto che ho fatto solo cameriera e commessa da Yamamay ergo no, non so fare i gelati e le andava bene perché "vabe tanto impari qui" e fin qui ha senso.
mi fa vedere a fare un gelato e penso "non sembra semplice ma finché non provo non lo so" dopo avermene fatti vedere un paio, sparisce nel retro del bar, nel mentre una è in pausa e una sta facendo roba dietro e io rimango come una scema da sola davanti, arrivano due un signore che vuole un caffè macchiato e una che vuole un gelato.
bestemmio per il macchiato(ndr non so montare il latte, ci sono riuscita DUE VOLTE e basta, non riesco a capire se sbaglio io qualcosa o meno) per cui ok, metto sotto il caffè e vado a PROVARE a fare il cono alla signora.
in ordine: prendo il cono e mi si sfila dalla carta che ha attorno e penso "cominciamo bene", chiedo scusa alla signora premettendo che è il primo gelaro che faccio, metto il primo gusto e sembra stare su, faccio per mettere il secondo e questa inizia "no ma chiama pure la tua collega, non c'è problema, io aspetto anche" e le rispondo "no ma guardi è una questione di principio, mo lo faccio stare su" e questa va avanti, morale, il primo gusto inizia a spostarsi, io butto il gelato e chiamo una di quelle dietro dicendo "scusami puoi venire a farmi un gelato? ho provato a farlo ma non riuscivo a farlo stare su" questa un po' scocciata viene(ripeto, il mio curriculum lo avete visto, mi avete chiesto e no, non so fare i gelati, scocciati quanto vuoi, ci posso fare poco se ho una che mi mette pressioni nonostante le abbia detto che è il primo che faccio in vita mia(bucchin) ).
vado a fare il cazzo di macchiato, faccio per montare il latte e si monta a culo, lo verso e rimane un po' liquido e dico al signore "mi scusi, oggi non dev'essere giornata" e questo "ti scuso solo perché ti sei scusata" ok grazie, tu più gentile della signora a cui spero sia caduto il gelato in una pozzanghera.
tempo cinque minuti arrivano due, mi chiedono due macchiati, monto il latte, il latte non solo non si monta ma arriva a bollire, faccio per spegnere la lancia e buttarlo e la giro dal lato sbagliato ergo sparo latte ovunque anche sulle mie scarpe, respiro onde evitare di lanciare il bricco, chiedo a una collega di montarmelo e mentre lo verso per i due macchiati mi rendo conto che mi tremano le mani e che sto rischiando di iniziare a piangere da circa quando ho finito il macchiato del tizio che mi ha scusata, penso "ottimo, evitiamo" le mani vanno avanti a tremare circa boh 10 minuti? ho perso la cognizione del tempo onestamente.
mi riprendo, la cosa migliora ma una collega poi mi dice "eh devi imparare a montarlo perché X se ne va" della serie ok sorella ma HO FATTO PASTICCERIA, NON SALA, ALL'ALBERGHIERO NEI PRIMI DUE ANNI SU CINQUE NON TI FANNO FARE BAR MA SOLO IL CAZZO DI CAMERIERE ERGO OK IO IMPARO MA SE OGNUNA MI FA VEDERE MODI DIVERSI PER FARE LE COSE E NON STA LÌ A DIRMI "si, devi fare così" MENTRE LO FACCIO, IO COME SO COME DEVO FARE?
tra l'altro, non so come né quando, devo essermi tagliata con qualcosa perché ho l'indice destro con un taglietto ma non so da dove arrivi per cui bene.
in conclusione, il latte non mi si è più montato, mistero della fede, quella su cui ho sentito più critiche(X che se ne va tra tot) mi ha fatto vedere a fare la vaschetta di gelato, mi ha aiutato a fare un cono e una coppetta, a volte mi chiedo se sbaglio io a pormi o se sono gli altri che pensano che una volta che ti ho fatto vedere hai imparato a fare quello, della serie se Duplantis domani mi fa vedere come salta a 6.29m con l'asta non è che se prendo io l'asta al primo colpo faccio 6.29m, probabilmente mi ci incastro pure e vado di faccia sul materasso, boh dio caro.
ah si poi la titolare mi fa "sei lentissima" e poi subito dopo, essendosi probabilmente resa conto di aver fatto un commento un po' del cazzo "cioè sei un po' lenta per questo lavoro" io sapevo che non si devono fare le cose di fretta per evitare di farle male ma non mi sembra di avere la lentezza di una che ci mette 10 minuti a farti un caffè, cioè davvero, solo perché prima metto sotto la tazzina poi schiaccio perché non ho capito quanto tempo passa da quando schiaccio a quando esce il caffè(secondi) e non vorrei che mi scivolasse la tazza nella fretta e il caffè si butta perché esce e va nello scarico della macchinetta???
avevo bisogno di scrivere su Tumblr come facevo tipo tot anni fa, 2019 credo
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crosmataditele · 1 year ago
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Sto rimettendo a posto un vaso caduto sulla tomba di sua moglie, quando Magellano arriva.
- Becchino lascia stare la mia roba!
Mi prende un colpo, perché non l'ho sentito arrivare. È più alto di me, un omone nonostante l'età. Lo chiamano Magellano perchè per lavoro ha girato il mondo. Si avvicina, mi mette una mano sulla spalla, fa una leggera pressione con le dita. A me questa cosa che i parenti dei defunti arrivano e sembrano consolare me, fa commuovere da sempre. Dopo i saluti la sua mano è sempre sulla mia spalla.
- Sai a cosa ho pensato stanotte?
Gli faccio no.
- Non era un sogno. Lei non la sogno mai - Indica la foto - Però quando mi sveglio di notte, la penso e dopo un po' riprendo il sonno.
Fissa la foto della donna.
- Dicevo… Ho pensato al momento più bello che abbiamo passato insieme.
La sua mano mi fa tentennare.
- Ma lo sai che quel momento, quando l'abbiamo vissuto, abbiamo capito che stava accadendo?
Toglie la mano, si accomoda un baffo, si sfrega la nuca.
- Appena prima che….
Per un attimo sembra pentito di quella confidenza. Poi i suoi occhi si acquietano, si fanno grandi.
- ... Prima che si facesse l'amore, la prima volta.
Mi guarda, io mi imbarazzo un poco.
- Le dissi: aspetta, dopo saremo diversi, saremo un'altra cosa.
Torna a guardare la foto di sua moglie.
- Abbiamo aspettato un istante. È l'istante che mi continua a tenere vivo… E a farmi riprendere il sonno - Sorride amaro.
Mi allontano. Lo guardo.
Un'occhiata che dura niente, però mi basta per vedere la sua emozione e capire che l'istante è la reale misura del tempo che conta.
Marco Frosali
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abatelunare · 1 year ago
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Scocciatori telefonici
Son lì che me la pedalo verso una destinazione nota. E il cellulare suona. Rispondo. Mandando a quel paese la voce registrata di Amazon. Poi riprendo a pedalarmela. E il cellulare suona di nuovo. Rispondo anche stavolta. Voce maschile, non registrata. Ma c'è traffico e non sento quasi niente. Lo interrompo stizzito. Senta, sono fuori, non capisco niente e non mi interessa. E gli è andata anche bene.
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errandonelmondo · 1 year ago
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Chiusura del cerchio
Sono passati quasi 10 anni dall'ultima che scrivevo qui. Tanta acqua è passata sotto i punti. Uragani, tempeste, nuove fiamme e vecchie sofferenze, la mia vita è stata rivoltata come un calzino più volte. Ho creduto di aver trovato l'amore, quello vero, ho vissuto sia l'inferno che il paradiso, a volte contemporaneamente. Dalle farfalle allo stomaco all'incolmabile vuoto dentro. Mi sono cercato, perso, ritrovato, perso ancora. 100 lune piene e più sono passate sopra la mia testa, e ora sono di nuovo qua. Mi guardo dietro e mi ritrovo nella stessa anima irrequieta di sempre, con un briciolo di consapevolezza adesso a guidarmi, ma che non sia mai troppa. E voglio ricominciare a condividere i miei pensieri col mondo Ogni attimo è intriso di emozione, scappare porta a niente. L'angoscia, quella che provavo nella cameretta piccola e che sembrava troppo stretta per due. Quando non capivo a fondo il privilegio che mi era stato concesso dal fato nell' essere nato in questo lato di mondo. Sì, quella angoscia lì. Mi ha seguito ovunque, in Marocco come in Svizzera. Mi ha seguito quando ero solo in una casa ora grande e con tutti gli amici da un'altra parte d'Europa, mi ha seguito nelle cene cariche di amore, tra impegnati piatti caldi condivisi con amici o più. E adesso mi fermo. E la vivo. Mi travolge. Ma sono ancora in piedi. Pensavo che mi avrebbe annientato. Era come se avessi la certezza che quella sensazione forte di oppressione al petto, mi avrebbe polverizzato ad elemento costituente del cosmo. Eppure sono ancora intero, fisicamente parlando si intende. Viviamo in un mondo a modo suo bellissimo e che ci da la possibilità di conoscere tutto, e nel mentre però ci incatena in una gabbia malsana di terbio e lantanio dalla quale è difficile scappare. Ma adesso ci si prova perché lo devo a me stesso, ognuno se lo deve. Serve provare a vivere e superare la sofferenza, usarla come attrezzo e non temerla come una condanna. Perché forse non è vero che di sofferenza non si possa morire, altrettanto però di sofferenza si può vivere. Quindi l'abbraccio calorosamente e riprendo ad esprimere il delirio della mia testa.
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casual-nonbinary · 2 years ago
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sono in un periodo dove non sento il bisogno di contatto fisico che non sia una semplice dimostrazione d'affetto, eppure mi sento terribilmente sola e vorrei qualcun* a fianco a me. "minchia rosa, chiedi troppo? amore in this economy? iscriviti a una app di incontri". no, ho una serie di motivazioni per cui non farlo, e nulla mi farà cambiare idea. tra l'altro è un periodo in cui vorrei fortemente evitare le relazioni a distanza, perché dopo averne avute parecchie vorrei finalmente qualcosa di più tranquillo, non per forza a due passi da me, basta che sia nel torinese. sì insomma, è un post sfogo di una persona piagnona che vuole tutto e vuole niente senza impegnarsi. ma d'altronde, che posso farci se passo le giornate a fare lo zombie sul telefono, studiare, leggere e progettare il team competitivo per la prossima stagione vgc di pokémon? ora sto valutando anche con i consigli di un amico se prende un nuovo gioco su switch/pc per chiudermi ore, ore e ancora ore e isolarmi ancora di più. ah, mercoledì vado (da sola) a vedermi frankestein jr, lo danno al cinema nazionale e quindi comodo da lì andare al convitto caffè per una fetta di strudel (gnam, momento bastardi senza gloria - quasi quasi stasera me lo riguardo). ok, sto facendo il james joyce della situazione ma sinceramente non mi importa. domani riprendo a studiare seriamente, vedo di costruirmi una routine decente dato che starò per due settimane da sola in casa (yay). tutto è partito dal fatto che volessi un po' di amore e ora sto usando questo post come planner. lo sapevate che napoleone quando rubò "le nozze di cana" del veronese, fece tagliare la tela enorme per portarla a parigi e dopo era talmente fragile quando rimessa insieme che era impossibile farla tornare in veneto ed è la ragione per cui ancora oggi è al louvre? stiamo facendo solo l'età napoleonica ad arte contemporanea (con una prof espertissima ma storicista - bleah - e che pensa solo all'ottocento e il primissimo novecento), odiate napoleone con me amici e amiche.
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riflussi · 2 years ago
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Taggata da @mafaldinablabla, grz teso <3
1. Are you named after anyone?
No, riprendo la risposta di mafaldina e dico solo che mia madre voleva chiamarmi Nicole e mio padre Arianna. Non sono bravi a scegliere nomi, che dire.
2. Quando è stata l'ultima volta che hai pianto?
Ieri.
3. Hai figli?
No.
4. Fai largo uso del sarcasmo?
Una volta sì, ora lo uso giusto per dare fastidio (spesso).
5. Quali sport pratichi o hai praticato?
Nuoto e poi ho fatto palestra. Nell'ultimo anno mi sono fermata, ma mi allenavo a corpo libero.
6. Qual è la prima cosa che noti in una persona?
Dipende, non lo so, non tutte le persone mi colpiscono per un motivo in particolare. In genere l'atteggiamento per capire se posso andarci d'accordo o meno a lungo andare, ma non è una sicuramente un "default" o la prima cosa.
7. Qual è il colore dei tuoi occhi?
Azzurro.
8. Scary movies o happy endings?
Non ho capito 'sta domanda perché prima si parla di un genere e poi della conclusione dello storyboard. Comunque guardo romcom, direi sia esplicativo.
9. Qualche talento particolare?
No, sono una persona nella media. Forse ho uno spiccato senso critico? Ma più che talento particolare lo definirei più sviluppato rispetto agli altri che ho.
10. Dove sei nato?
Bologna.
11. Quali sono i tuoi hobby?
Disegnare, cantare, studiare cose che mi piacciono (ultimamente sono interessata al paganesimo, ma in genere sono più sugli studi transfemministi, con tutte le varie intersezionalità), avere rapporti umani con persone che mi piacciono.
12. Hai animali domestici?
No.
13. Quanto sei alta?
1.67.
14. Materia preferita a scuola?
Si alternavano molto matematica e italiano, sono abbastanza normie scsate.
15. Dream job?
Una volta avrei detto editor. Ora dico che non voglio lavorare. Però mi piacerebbe fare più associazionismo, questo sì.
Taggo @aroma-dell-arrosto @ettoutsetient @pgfone @casual-nonbinary @painauchocolat07 @kyda @acribiacollerica @aquaragia
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